
Che siano tra condòmini, tra questi e l’amministratore, oppure contro terzi, le liti in condominio sono all’ordine del giorno.
In alcuni – rari – casi, si risolvono bonariamente o, comunque, con conciliazioni extragiudiziarie. La maggior parte delle volte, invece, le controversie condominiali finiscono in tribunale, e si protraggono per anni se non decenni, fino al giudizio di legittimità.
Di seguito riportiamo proprio l’estratto di 3 recentissime ordinanze di Cassazione, che hanno messo la parola fine ad altrettante liti in condominio.
Vediamo, dunque, come si sono espressi gli Ermellini.
Liti in condominio contro terzo creditore
Quando le liti in condominio hanno come controparte un terzo creditore, può anche accadere che si risolvano con una transazione. La quale, una volta deliberata dall’assemblea, si traduce nell’obbligo, a carico di ogni condomino, di sostenere pro-quota il relativo esborso.
Ecco come è stato argomentato, tale principio, dalla II sezione civile della Corte di Cassazione, nell’ordinanza 15302 del 13 maggio 2022.

Liti tra condòmini e clausola compromissoria
Che cosa succede quando il regolamento impone di cercare una risoluzione amichevole per le liti in condominio scaturite da contrasti tra i condòmini?
In altre parole: tale clausola preclude il ricorso all’azione giudiziaria? La risposta degli Ermellini è: no!
Vediamo, a tale proposito, un estratto dell’ordinanza della II sezione civile di Corte di Cassazione, numero 4711 del 14 febbraio 2022:

Il diritto del condomino a… “difendere” il condominio
Il fatto che in giudizio i condòmini siano rappresentati dall’amministratore in quanto loro mandatario, non implica che non possano essi stessi tutelare in prima persona i propri diritti in caso di liti in condominio.
Lo evidenzia la VI sezione civile di Cassazione, con l’ordinanza numero 35576 del 19 novembre 2021, di cui riportiamo un estratto:
