
Suo malgrado, il mondo degli amministratori di condominio sta diventando un circo.
O, meglio: ci sono alcuni (tanti, troppi) che stanno cercando di trasformare in una sorta di stucchevole “circo” il comparto condominiale; umiliando la professione (e la professionalità!) degli amministratori di condominio, invece che valorizzarla e tutelarla.
Chi sono? Come lo fanno? Perché lo fanno? Riflettiamoci insieme.
Quel carrozzone che viaggia sul web
È sufficiente navigare sul web. Essere iscritti a un social network. Magari seguire qualche pagina o gruppo dedicati agli amministratori di condominio.
Tanto basta per essere subissati di spot, promozioni, inviti a prendere parte a:
- conventions all’americana
- aperitivi in stile “Boss delle cerimonie”
- eventi autocelebrativi
- corsi di formazione organizzati come gite delle pentole più o meno lussuose
- training psico-motivazionali
- perfino spettacoli, show, cabaret, performances di ogni genere e tipo.
Destinatari, appunto, gli amministratori di condominio. Che fanno gola come clienti finali o come pubblico da “rivendere” agli sponsor di settore, e che per questo si cerca di stupire e irretire con “effetti speciali”, eventi eclatanti, iniziative sempre meno convenzionali.
Ma a chi giova tutto questo carrozzone, che viaggia frenetico sul web per poi approdare in teatri, hotel, sale convegni, navi, musei?
Il business degli amministratori di condominio
La riforma del condominio – quella legge 220/2012 che tutti proclamano di voler cambiare, ma che a tanti fa comodo resti così com’è – ha avuto come primo effetto quello di trasformare la professione di amministratore condominiale in business.
Attenzione: non tanto per chi la pratica, bensì per chi ha iniziato (o continuato) a sfruttarla, attratto da un giro d’affari sempre più appetibile e redditizio.
Associazioni, società, enti di formazione, singoli professionisti: in tanti si sono gettati sull’osso, contendendosene bocconi sempre più piccoli, con una concorrenza sempre più spietata.
Produttori passivi dei profitti altrui
E gli amministratori di condominio? Si sono progressivamente resi “complici“ passivi di un sistema distorto, finendo per auto-immolarsi sull’altare dei profitti altrui.
Perché lo hanno fatto? Talvolta per pigrizia, in alcuni altri casi per ingenuità. Decisamente più spesso, però, la ragione è stata (ed è) un’altra.
Ignorati dalla politica, condannati ad innumerevoli incombenze e responsabilità, bistrattati quotidianamente dai condòmini, molti amministratori di condominio hanno cercato invano:
- rappresentanza politica,
- tutela istituzionale,
- valorizzazione della propria professionalità.
Quell’attenzione, insomma, che per l’importanza e la delicatezza del ruolo svolto, spetterebbe loro di diritto, e che invece sono costretti ogni giorno ad “elemosinare”, malgrado in troppi millantino di garantirgliela.
Non trovandola, le strade che gli amministratori hanno finito per imboccare sono principalmente due:
- restare fedelmente ancorati a chi dà loro poco, perché ritengono quel poco sempre e comunque più del nulla;
- oppure lasciarsi incantare dalle sirene dei nuovi profeti: di chi, cioè, vende loro la falsa percezione di essere finalmente coccolati, ascoltati, coinvolti.
In entrambi i casi, l’esito è il medesimo: si spengono le luci, e mentre c’è chi conta gli incassi al botteghino, gli amministratori condominiali tornano in studio più soli, divisi e isolati che mai.
Una coscienza collettiva per gli amministratori di condominio
Ciò che manca, agli amministratori di condominio, è una coscienza collettiva, uno spirito di gruppo; in ultima analisi, la consapevolezza, suffragata dai fatti, di appartenere a una categoria che conti almeno quanto vale.
Poi, una volta acquisita quella, ben vengano anche le amenità, le comparsate, le ostentazioni fini a se stesse.
Ma ora è il momento di imporsi. Di uscire allo scoperto. Di farsi valere.
Senza fondamenta, le finiture di pregio servono solo ad arricchire chi le vende.
Il bivio, impone una scelta:
- costruire, uniti, la casa degli amministratori di condominio;
- oppure prendere, definitivamente, residenza al circo messo in piedi a loro uso e consumo.
Giù il sipario.